di PIERANTONIO LUTRELLI - Durante una recente visita a Roma, ho avuto l'opportunità di esplorare il Ghetto Ebraico, un luogo carico di storia e memoria. Questo quartiere non è solo un simbolo della lunga presenza ebraica nella capitale italiana, ma anche un luogo di commemorazione per le terribili tragedie subite dalla comunità ebraica durante la Seconda Guerra Mondiale. Passeggiando per le strade acciottolate del ghetto, sono rimasto profondamente colpito dalle pietre d’inciampo. Queste piccole targhe di ottone, inserite nel selciato davanti alle ultime abitazioni conosciute delle vittime del nazismo, sono state create dall'artista tedesco Gunter Demnig. Ogni pietra è un memoriale dedicato a una singola persona, con inciso il nome, la data di nascita e il destino tragico di coloro che furono deportati e uccisi nei campi di concentramento nazisti. In particolare, mi sono soffermato davanti alle pietre che commemorano: Lazzaro Moscato, nato nel 1900, arrestato il 16 ottobre 1943, deportato ad Auschwitz, assassinato il 23 gennaio 1944; Giuseppe Moscato, nato nel 1926, arrestato il 16 ottobre 1943, deportato ad Auschwitz, assassinato il 23 gennaio 1944; Bruno Anselmo Moscato, nato nel 1930, arrestato il 16 ottobre 1943, deportato ad Auschwitz, assassinato il 23 gennaio 1944; Chiara Limentani, nata nel 1919, arrestata il 16 ottobre 1943, deportata ad Auschwitz, assassinata il 23 gennaio 1944; Emilia Pavoncello, nata nel 1914, arrestata il 16 ottobre 1943, deportata ad Auschwitz, assassinata il 23 gennaio 1944; Mario De Vito, nato nel 1912, arrestato il 16 ottobre 1943, deportato ad Auschwitz, assassinato il 23 gennaio 1944 ed Emma De Vito, nata nel 1913, arrestata il 16 ottobre 1943, deportata ad Auschwitz, assassinata il 23 gennaio 1944. Trovarsi di fronte a queste pietre è stato un momento di profonda riflessione e commozione. Ognuna racconta una storia di vita spezzata, una famiglia distrutta, un futuro mai realizzato. Camminare su queste strade e leggere i nomi, spesso accompagnati dalle date di nascita di bambini, è un promemoria potente della brutalità della storia, ma anche della resilienza e della dignità delle vittime e dei sopravvissuti. Il Ghetto Ebraico di Roma, con le sue struggenti pietre d’inciampo, non è solo un luogo di memoria storica, ma anche un monito contro l'odio e l'intolleranza. È un invito a ricordare e a non dimenticare mai, affinché simili atrocità non si ripetano. Scrivere questo articolo è stato per me un modo per onorare quelle vite e condividere con gli altri l’importanza di mantenere viva la memoria. Invito tutti a visitare il Ghetto Ebraico di Roma e a dedicare un momento di riflessione davanti a queste pietre, per ricordare le vittime dell’Olocausto e sottolineare l’importanza della memoria storica.
Un viaggio commovente nel Ghetto Ebraico di Roma: l’incontro con le Pietre d’inciampo
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