
di PIERANTONIO LUTRELLI- Nel 1994, l'Italia raggiunse la finale dei Mondiali di calcio negli Stati Uniti, un traguardo che molti considerano un miracolo sportivo. La squadra, guidata da Roberto Baggio, noto come il "Divin Codino", si presentò alla sfida contro il Brasile carica di entusiasmo, ma la partita si rivelò un’odissea. Il Brasile vinse la finale ai calci di rigore, e fu proprio Baggio a sbagliare l'ultimo penalty, un momento che rimarrà per sempre impresso nei cuori degli italiani. Tuttavia, è importante contestualizzare questo evento: Baggio era reduce da un infortunio che comprometteva la sua prestazione. La sua assenza in forma completa - un eufemismo - si fece sentire, e la vittoria ci sfuggì di mano. In panchina c'era Arrigo Sacchi. Molti sostengono che con Fabio Capello al suo posto la coppa sarebbe potuta essere nostra. Capello, noto per la sua capacità di organizzare e motivare le squadre, avrebbe potuto apportare scelte strategiche diverse, inclusa la gestione degli infortuni e delle sostituzioni. Inoltre, il Brasile che ci affrontò non era il miglior Brasile di sempre. Pur avendo una grande tradizione, la squadra mostrò un gioco meno brillante e tecnico di quanto ci si aspettasse. Se l'Italia avesse potuto contare su una formazione al completo, con Baggio in forma e una panchina strategicamente robusta, il risultato finale potrebbe essere stato ben diverso. E' giusto ricordare che le responsabilità di una sconfitta in una finale non possono essere attribuite a un singolo errore o una singola persona. Ci furono scelte tattiche e decisioni che influenzarono il corso della partita, e la sconfitta ai rigori è solo un capitolo in una storia molto più complessa. Beppe Signori è stato uno dei migliori attaccanti italiani degli anni '90, noto per il suo fiuto per il gol e la sua abilità nei calci di rigore. Durante le stagioni 1992-93 e 1993-94, è stato capocannoniere della Serie A con la Lazio, contribuendo significativamente ai successi della squadra. Nonostante il suo talento, Signori non venne schierato neanche in uno dei 120 minuti della lunghissima finale del Mondiale '94. In quella partita cruciale contro il Brasile, l'assenza di un rigorista esperto come lui si fece sentire, soprattutto dopo l'errore di Roberto Baggio. Molti tifosi e commentatori ritengono che l'inserimento di Signori avrebbe potuto cambiare le sorti della finale, dando all'Italia una chance in più per vincere il titolo. Dissento pertanto da quanto Arrigo Sacchi ha recentemente affermato a Fanpage "che la paura di Silvio Berlusconi abbia influito sulla nostra sconfitta ai Mondiali del '94,perché Berlusconi faceva paura", ma questa lettura della situazione merita un'analisi più approfondita. A mio avviso le ragioni della nostra non vittoria sono da ricercare esclusivamente in motivazioni tecnico-calcistiche. In quel torneo, l'Italia ha affrontato diverse sfide, tra cui l'infortunio di Roberto Baggio, il nostro giocatore di punta, che si presentò in finale con un problema fisico che ne limitò le prestazioni. Inoltre, la gestione delle sostituzioni e delle scelte tattiche da parte dello staff tecnico giocarono un ruolo cruciale. La decisione di non schierare un rigorista esperto come Beppe Signori, capocannoniere della Serie A, è un esempio lampante di come le scelte in campo possano avere un impatto determinante sul risultato finale. Pertanto, è importante riconoscere che la sconfitta in quella finale non può essere attribuita a fattori esterni o politici, ma piuttosto a dinamiche interne alla squadra e alle scelte fatte durante il torneo. La storia del '94 deve essere vista attraverso la lente delle prestazioni sportive e delle decisioni tecniche, piuttosto che essere influenzata da narrazioni che mescolano sport e politica.
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