Nicoletti predestinato: il centrodestra conquista Matera

Pubblicato il 9 giugno 2025 alle ore 21:06

di PIERANTONIO LUTRELLI - Matera ha scelto. Alla fine di un lungo percorso elettorale, fatto di accordi controversi, primarie divisive e candidature dissonanti, è il centrodestra a spuntarla, con Antonio Nicoletti nuovo sindaco della città dei Sassi. Con una percentuale che si aggira intorno al 52%, Nicoletti ha vinto, anche se al momento in cui scriviamo non è ancora disponibile il dato ufficiale e definitivo. Un risultato netto, figlio di un trend già emerso al primo turno e consolidato nel ballottaggio, dove l’ingegnere materano ha avuto la meglio sul consigliere regionale del Partito Democratico Roberto Cifarelli. Il centrosinistra paga carissimo la sua disomogeneità. Il “gioco di prestigio” orchestrato da Cifarelli – che ha vinto primarie contro Nicola Casino, figlio del consigliere regionale di Forza Italia Michele Casino, per poi imbarcare proprio quest’ultimo in una lista comune – si è rivelato un boomerang. Un’operazione alchemica, costruita su equilibri fragili, che ha tenuto insieme l’area storica di Cifarelli, l’universo Casino, e il blocco guidato da Gianmichele Viziello, esponente di Basilicata Casa Comune, il partito regionale di Angelo Chiorazzo. Un’alleanza eterogenea e opaca, che ha fatto emergere crepe ben visibili. Alla base, la mancanza di un collante ideale e politico: non una coalizione coesa, ma un insieme di interessi divergenti. E Matera non ha perdonato. I segnali c’erano già al primo turno: Cifarelli ha preso meno voti delle sue liste, Nicoletti più. Una legge non scritta della politica – ma statisticamente rilevante – dice che chi prende più voti delle liste al primo turno è in vantaggio anche al ballottaggio. È successo anche nel 2012 a Policoro, quando Rocco Leone del centrodestra superò Gianluca Marrese, nonostante le liste di quest’ultimo avessero superato il 50%. A pesare è stata anche la frantumazione del fronte progressista: Domenico Bennardi, sindaco uscente sostenuto dal Movimento 5 Stelle, ha scelto di candidarsi autonomamente. Così come Enzo Santochirico, uomo dalla lunga storia a sinistra, già PD, che ha scelto di correre da solo. Le loro scelte hanno privato Cifarelli di bacini elettorali potenzialmente decisivi. E al secondo turno, è probabile che molti dei loro elettori abbiano guardato proprio a Nicoletti. Infine, ha contato il fattore umano. Nicoletti, al debutto assoluto in politica attiva, ha incarnato una proposta nuova, sobria, autorevole. Cinquantenne, ingegnere, dottore di ricerca, già capo di gabinetto del sindaco Raffaello De Ruggieri, direttore generale dell’APT e della Fondazione Matera Basilicata 2019, si è presentato alla città con un profilo amministrativo solido e uno stile di ascolto autentico. Cifarelli, politico di lungo corso, ha invece rappresentato agli occhi di molti un déjà-vu: una candidatura d'apparato, frutto di compromessi interni e giochi di potere più che di entusiasmo popolare. Alla fine, ha vinto chi ha saputo parlare meglio alla Matera del futuro. Queste elezioni hanno rappresentato anche un banco di prova importante per la tenuta della coalizione di centrodestra che governa la Regione Basilicata. Il partito Azione, guidato da Marcello Pittella, pur facendo parte della maggioranza in Consiglio regionale, ha infatti rotto con i partiti tradizionali del centrodestra e ha sostenuto Roberto Cifarelli attraverso la lista "Matera in Azione" e con il supporto della famiglia Casino. Alle primarie del centrosinistra vinte da Cifarelli, avevano partecipato anche la candidata di Azione Anna Violetto e altre figure come Cinzia Scarciolla. La sconfitta di Cifarelli a Matera rafforza la coesione della giunta regionale guidata da Vito Bardi, che ora trova nella città dei Sassi una nuova sponda politica con lo stesso colore. Resta ora da capire quale sarà il ruolo di Azione in Consiglio comunale: si collocherà all’opposizione, come lascerebbe intendere l’esito delle urne, oppure tenterà un riallineamento con la maggioranza per omogeneizzarsi con il quadro regionale? Nicoletti non ha solo vinto: ha convinto. E ora avrà l’onere – e l’onore – di guidare una città complessa, che ha fame di buona amministrazione, visione e concretezza. E forse, anche per questo, ha scelto lui.