La vera lezione di Papa Francesco: contro il capitalismo predatorio, una Chiesa tra la gente

Pubblicato il 25 aprile 2025 alle ore 04:18

di PIERANTONIO LUTRELLI - Sin dal primo istante, da quel semplice “Fratelli e sorelle, buonasera” affacciato al mondo, Papa Francesco ha incarnato una visione radicale e necessaria della Chiesa: sobria, spoglia, vicina alla gente. Nessun anello dorato, nessun bastone pastorale vistoso, nessun palazzo principesco come residenza. Solo una Croce, una valigia di pelle consumata e il desiderio instancabile di essere “servo dei servi di Dio”. Ma questo stile non è stato solo un gesto. È stato un messaggio, un manifesto, un affondo potente contro le derive del capitalismo predatorio. Un sistema, ha denunciato più volte, che divora l’uomo, mercifica tutto, allarga le distanze, annienta il debole e idolatra il profitto. Papa Francesco non ha usato giri di parole. Ha definito il denaro “lo sterco del diavolo”. Ha criticato senza mezzi termini la finanza speculativa, l’economia dell’esclusione, il consumo sfrenato che brucia risorse e coscienze. Ha chiesto alla Chiesa di rinunciare a ogni forma di potere temporale che la allontana dagli ultimi. E, soprattutto, ha scelto per sé l’umiltà come abito, la semplicità come profezia. Nella sua visione, la Chiesa doveva tornare a essere “ospedale da campo”, non fortezza autoreferenziale. Doveva parlare con i poveri, non dei poveri. Doveva camminare con gli ultimi, non su tappeti rossi. Una Chiesa in uscita, che non teme di sporcarsi le mani, di stare nelle periferie, non solo geografiche, ma esistenziali. La scelta di rinunciare a simboli di potere, l’attenzione costante alle vittime dell’economia globale, la lotta per la dignità del lavoro e contro lo sfruttamento: tutto questo non è stato semplice buonismo, ma un atto profondamente politico, nel senso più nobile del termine. Un gesto che chiama ogni uomo e ogni donna a riflettere sul mondo che vogliamo costruire. Papa Francesco ci ha lasciato una lezione chiara: o l’umanità torna a mettere l’uomo al centro, o sarà la logica del profitto a disumanizzarci tutti. O riscopriamo il valore della sobrietà, o continueremo a vivere in un sistema che produce scarti umani. E ora che non c’è più, questa voce non deve spegnersi. Sta a noi custodirla, ripeterla, viverla. Non basta ammirare Francesco. Bisogna seguirne l’esempio.