Giorgio Armani: l’eleganza che ha fatto della T-shirt un’icona senza tempo
di PIERANTONIO LUTRELLI - Ho sempre pensato che Giorgio Armani avesse avuto un dono raro: la capacità di trasformare la semplicità in eleganza. È stato lui, il primo, a farmi venire voglia di indossare una T-shirt al posto della camicia senza sentirmi fuori posto, anzi, sentendomi più vicino a un’idea alta di stile. Quelle T-shirt bianche o nere, dal taglio asciutto, con la manica un po’ più lunga del consueto e aderente quanto basta, in tessuti che non cedono mai, sono diventate un riferimento personale. Un segno di riconoscimento che, sotto una giacca, parlava più di mille parole. E poi ci sono le sue camicie bianche. Ne ho una grande scorta e non smettono mai di sorprendermi: indossarle significa sentirsi avvolti, vestiti bene, confortevoli, performanti. Con una camicia bianca di Giorgio Armani ti senti sempre a posto, mai fuori luogo, perché riesce a unire classicità e modernità in un equilibrio perfetto. Sono capi che ti accompagnano con discrezione, senza mai tradire la loro funzione: dare sicurezza ed eleganza senza compromessi. Armani aveva capito che la vera eleganza non risiede nell’ostentazione ma nella misura, nella ricerca dei materiali, nella coerenza delle linee. Non c’era nulla di casuale nei suoi capi: ogni cucitura, ogni caduta del tessuto, ogni lunghezza era frutto di uno studio maniacale e al tempo stesso di un’intuizione naturale. Con lui la moda italiana ha smesso di rincorrere i capricci stagionali e ha cominciato a dettare regole di sobrietà, durevoli nel tempo. La sua biografia lo racconta bene: nato a Piacenza nel 1934, partì da studi di medicina mai conclusi, lavorò come vetrinista e approdò alla moda quasi per caso. Ma in quell’“improvvisazione” c’era già il seme del genio. Nel 1975 fondò la sua casa di moda insieme a Sergio Galeotti, e da lì iniziò un’avventura che avrebbe cambiato il guardaroba di milioni di persone. La consacrazione arrivò presto: Hollywood lo scelse, il cinema lo rese mito, e un’intera generazione si riconobbe in quello stile sobrio, pulito, internazionale. Armani ha insegnato che l’eleganza è una questione di sostanza e non di rumore. Ha smontato la rigidità della giacca, ha ridato dignità ai colori neutri, ha fatto della T-shirt un capo di rappresentanza. Ha creato un impero senza mai perdere la sua autonomia, scegliendo l’indipendenza piuttosto che vendersi a grandi conglomerati. Ha dimostrato che si può restare artigiani pur costruendo un marchio globale. La sua scomparsa, a 91 anni, lascia un senso di vuoto che va oltre il mondo della moda. Alcune persone sembrano fatte per durare per sempre: Rita Levi Montalcini lo era per la scienza, Armani lo è stato per l’eleganza. Sono figure che, se l’immortalità fosse concessa, ne sarebbero destinatarie naturali. Oggi il suo nome resta inciso nei tessuti, nelle linee essenziali, nei dettagli invisibili che hanno rivoluzionato il nostro modo di vestire. A noi, semplicemente, resta il privilegio di aver vissuto in un’epoca segnata dalla sua visione. E ogni volta che indosserò una T-shirt sotto una giacca, penserò che quell’eleganza silenziosa porta ancora la sua firma.